La nuova
barbarie
“Frasi razziste, schiaffi e calci…”, così inizia l’articolo del Messaggero di
lunedì 9 ottobre.
È un articolo relativo a un’aggressione subita da tre giovani africani
richiedenti protezione e attualmente alloggiati a Portogruaro.
L’aggressione è stata effettuata da una quindicina di nostri concittadini,
“bianchi e italiani “.
Nello stigmatizzare l’aggressione e nell’esprimere vicinanza ai giovani, ospiti
nel Portogruarese, come associazione che trae ispirazione dalla resistenza al
nazifascismo, sentiamo l’urgenza di esprimere il nostro punto di vista.
Ci troviamo di fronte alla deriva verso la barbarie, deriva nella quale si fanno
trascinare giovani (e non più giovani) nell’intero paese e nel luogo
(Portogruaro e dintorni) dove, all’apparenza, viviamo pacificamente.
Ascoltiamo ogni giorno e da più parti affermazioni profondamente razziste
accompagnate dal fermo rigetto dell’accusa di razzismo.
Orbene, come non si può essere mezzo morti, così non si può essere razzisti a
metà. Inoltre, sul razzismo non contano le professioni di fede delle quali si
può anche non portare responsabilità, ma atti e fatti dei quali si deve
rispondere.
È semplicemente risibile suggerire la positività del governo fascista esibendo
il prosciugamento delle paludi pontine, quando lo stesso regime, nel 1938,
proclamò le leggi razziali che spedirono allo sterminio gli ebrei italiani.
La formula per condannare la barbarie razzista, nazista, fascista, la barbarie
dovunque e comunque si presenti, non può essere semplicemente “Sei razzista!”,
bensì “Ti comporti come si comportano i razzisti, dunque pagane le conseguenze!”
Per l’ANPI, Sezione Dino Moro
Il presidente Grazia Liverani
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