ORGOGLIO PARTIGIANO
La fine del 2020 e l’inizio del 2021 tra paure e aspettative
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- Il 2020 sfuma in
un’atmosfera malinconica, tra mille polemiche, con il covid che incombe e con
alle porte presagi nient’affatto tranquillizzanti. Si chiude un’annata
difficile, densa d’imprevisti, carica di problematiche irrisolte. Le stesse che
il capitalismo occidentale a stento tiene sotto controllo, guidato com’è dalla
incessante ricerca di un unico principio. Il profitto. Il guadagno. Il
tornaconto economico, conseguito non importa come né a quale prezzo, magari
evitando quelle fastidiose regole di una democrazia parlamentare considerata di
volta in volta opprimente, dannosa, noiosa.
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La gente comune, nel ricco Nord-Est, soffre il disagio medico-ospedaliero
provocato da una classe politica ignorante, approfittatrice, al potere ormai da
decenni, che ha smantellato lo Stato Sociale - impoverendo la Sanità Pubblica,
la Scuola Pubblica, i Trasporti Pubblici - e privilegiato, invece, il “Privato”,
per poi con ineffabile facciatosta lamentarsi di un “Pubblico” inadeguato.
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La gente comune, oggi, è esasperata dalla precarietà, dallo spettro della
disoccupazione, da questa incipiente crisi che ci fa sorridere di noi stessi, di
quanto eravamo ingenui solo dodici mesi fa, quando ci lamentavamo senza neanche
immaginare quello che ci aspettava dietro l’angolo.
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La gente comune. Noi, tutti. Solo a pochi viene in mente che la vita più
autentica è quella del cuore, dell’anima, dello spirito. La vita è uno stato
mentale. In questo senso, qualcuno, oggi più che mai, intuisce quanto sia
importante tenere viva la Memoria degli Eroi che hanno liberato la Patria dalla
feroce dittatura nazi-fascista. Qualcuno comincia a sentire l’urgenza
d’incentivare in tutti i modi la difesa dei Diritti Civili, aiutando chi è
debole e indifeso, qualunque sia il colore della pelle e la provenienza.
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Queste sono le cose che scaldano davvero i cuori. Ed è per questo che l’intero
Veneto Orientale non perderà mai la memoria dei ribelli trucidati dai
repubblichini nella piazza di Portogruaro il 18 dicembre del 1944. Ampelio
Iberati, portogruarese, carabiniere, partigiano della Divisione «Osoppo-Friuli»
col nome di battaglia di «Tolosa». Antonio Pellegrini, detto «Carlo»,
trevigiano, della brigata garibaldina «Venezia». Bernardino Vidori, di
Valdobbiadene, della brigata garibaldina «Mazzini», Divisione «Nannetti». Sono
loro i nostri martiri, il simbolo della nostra lotta.
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Nonostante la pandemia, nonostante un’amministrazione comunale che ha voluto
ridurre ai minimi termini la cerimonia, mentre tutt’intorno la gente seduta al
tavolino contava il tempo con gli aperitivi, ebbene, nonostante tutto,
l’A.N.P.I. di Portogruaro, Sezione “Dino Moro”, anche questa volta ha
partecipato con orgoglio e si è distinta per correttezza.
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Adesso, amici, compagni, a chi non vuol sentire parlare di Memoria Storica, di
Diritti per i più deboli, di co-scienza politica, tutto questo dà fastidio. Ai
nuovi fascisti i nostri ideali non interessano. Per loro siamo romantici,
buonisti, ipocriti. Ecco, questo disprezzo, quest’arroganza smargiassa, questa
continua provocazione, per noi, rappresentano un punto d’onore. Sono il nostro
fiore all’occhiello. Perché siamo impavidi. Perché chi è dell’A.N.P.I. è diverso
e pretende il rispetto della propria e di tutte le diversità. Chi è
dell’A.N.P.I. non è cinico ed egoista. Chi è dell’A.N.P.I. s’interessa,
partecipa, s’impegna. In una parola: ricorda!
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E allora, aspettando un 2021 più clemente e foriero di serenità per tutti,
tanti auguri a tutti di Buone Vacanze invernali, che possano essere vissute in
buona salute, oltre che con tanta pazienza, nel più autentico e vitale spirito
partigiano!
Il Presidente A.N.P.I. Sez. Dino Moro
Sergio Amurri
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