Intervento del Coordinatore Regionale del Veneto dell’ANPI Diego
Collovini in occasione commemorazione della Giornata della Memoria del 27.
Gennaio 2020 tenutasi presso il teatro Russolo di Portogruaro.
Sono onorato di portare i saluti di tutte le associazioni che
si sono prodigate per organizzare questa importantissima serata in occasione del
Giorno della Memoria.
Corrono quest'anno 75 anni da quando l'Armata Rossa entrò nel Campo di Aushwitz
e si trovò davanti l'inferno. Sono passati 75 anni da quando il generale Dwight
D. Eisenhower ordinò che venissero scattate migliaia di fotografie che
documentassero la realtà dei campi di sterminio.
È necessario disse «Che si abbia il massimo della documentazione possibile – che
siano registrazioni filmate, fotografie, testimonianze – perché arriverà
un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai
successo»
È quindi indispensabile che la memoria di quei terribili avvenimenti diventi una
parte del nostro vivere quotidiano, del nostro rapportarsi con le persone, del
nostro pensare la società. Dobbiamo ricordare che ogni parola di disprezzo verso
gli altri immancabilmente ci riporta in quei campi.
I tempi ci chiedono di impegnarci perché la Costituzione venga completamente
attuata, perché vengano rispettate le scelte di partecipazione alla vita sociale
e alla condivisione democratica dei valori che in essa sono contenuti.
Per questo non va dimenticato il contributo che la conoscenza di quei fatti ha
dato ai giovani Costituenti quando hanno scritto l'art. 3 della Costituzione:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
A questo serve ricordare, a questo serve essere qui assieme questa sera; serve a
costruire una memoria che sia viva ogni giorno, perché la storia ci ricorda che
le libertà di cui godiamo, come disse Calamandrei, sono come l'aria che
respiriamo: quando ce n'è non ci accorgiamo, ma non dobbiamo permettere che sia
troppo tardi quando comincia a mancare.
Con la consapevolezza che i protagonisti di quelle disumane esperienze fra poco
non ci saranno più, tocca a tutti noi dunque, donne, uomini e soprattutto
giovani, far in modo che questa memoria sia salda e indistruttibile, sia una
sicura guida per il futuro, ma soprattutto ci insegni a non essere indifferenti
a quello che succede.
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