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Ai rappresentanti delle istituzioni al tavolo di
trattativa GKN
p.c. Alla RSU di fabbrica GKN
Alle organizzazioni sindacali
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Siamo fortemente preoccupati per la grave vicenda che vede involontari protagonisti
tutti i lavoratori della GKN di Campi Bisenzio.
Siamo altresì preoccupati per i frequenti casi di licenziamenti di massa che si stanno
verificando nelle ultime settimane, nonostante il recente accordo governo-sindacati,
condiviso da Confindustria.
Non entriamo nel merito della vertenza, che esula dai compiti dell’ANPI e dell’Istituto
Alcide Cervi. Sentiamo però la responsabilità di rappresentare i valori della Resistenza e di
sostenere la necessità di rispettare ed applicare la Costituzione repubblicana, che incarna
quei valori e li traduce in norme cogenti al fine di garantire alla società italiana un progresso
incardinato sui principi della libertà, dell’eguaglianza, della responsabilità, della dignità della
persona umana.
Ci pare che l’attenzione a tali norme debba essere particolarmente rigorosa nei
travagliati mesi che stiamo attraversando, riducendo il più possibile i danni che la pandemia
e la conseguente crisi economica stanno determinando in modo multiforme nei confronti
dell’insieme della popolazione.
Ci riferiamo all’art. 41 della Costituzione che, come sapete, nell’affermare la libertà
dell’iniziativa economica privata, comunque sancisce che essa “non può svolgersi in
contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla
dignità umana”. Aggiungiamo che all’art. 35 si afferma che “la Repubblica tutela il lavoro in
tutte le sue forme e applicazioni”.
Ci sembra pleonastico ricordare l’art. 1 che fonda sul
lavoro la Repubblica democratica.
Nei mesi della Resistenza i partigiani difesero le fabbriche che i tedeschi volevano
smantellare. Oggi, in ben altro contesto storico, ci pare giusto e ragionevole che la
Repubblica, nelle forme e nei modi previsti dalla Costituzione, difenda le fabbriche che le
multinazionali vogliono delocalizzare.
Pensiamo perciò che vadano salvaguardati i posti di lavoro, che vadano messi in atto
gli ammortizzatori sociali ove necessario, che vada garantita l’attività produttiva, che vadano
fissate regole certe, pubbliche e condivise per le multinazionali sia sul piano nazionale che
sul piano europeo.
In tanti – e noi fra questi – hanno detto che dopo la pandemia nulla sarà come prima.
È giunto il momento di dar prova di tale reale volontà di cambiamento.
28 luglio 2021
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La Presidente dell’Istituto Alcide Cervi
On. Albertina Soliani
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Il Presidente Nazionale dell’ANPI
On. Gianfranco Pagliarulo
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