ANPI
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA
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DOCUMENTO DEL COMITATO NAZIONALE SULLE VICENDE DELL’AFGHANISTAN
(Approvato all’unanimità) |
L’Unione Europea deve immediatamente reagire senza incertezze
a questa situazione respingendo qualsiasi idea di Europa-fortezza o Stati
nazionali-fortezze, mettendo finalmente e urgentemente a tema una politica di
difesa e di sicurezza autonoma e comune che oggi non c’è. Difformemente da
diverse dichiarazioni di personalità politiche e del mondo dell’industria che
abbiamo letto in questi giorni, tale politica deve avere una natura
rigorosamente difensiva, escludendo interventi militari come quelli avvenuti
negli ultimi vent’anni, che dietro il pretesto della sicurezza nazionale o
continentale o quello della difesa dei diritti umani, nascondevano volontà
neocoloniali e imperialistiche. La stessa lotta al terrorismo ha bisogno di un
coordinamento sempre maggiore e sempre più efficace fra tutti i Paesi UE,
sapendo che una delle cause della virulenza terroristica negli ultimi vent’anni
è stata determinata proprio da tali interventi militari, come in Iraq e in
Libia.
Va inoltre aperta a livello europeo una riflessione sulla NATO e sulla sua
esistenza, non solo perché sono venute meno le ragioni storiche del patto di
difesa legato alla guerra fredda ed al contrasto col blocco dell’Est, ma anche
perché la sua nuova funzione di appoggio a interventi cosiddetti umanitari,
sempre manifestata nella forma di aggressione militare, si è dimostrata
fallimentare come nel caso dell’Afghanistan o ha causato effetti catastrofici,
come nel caso della Libia, Paese che si è di fatto dissolto come entità
nazionale. A fronte della costituzione di una forza di difesa europea,
potrebbero venir meno le già carenti ragioni di esistenza della NATO.
Ma è l’insieme della politica estera dell’UE che va rivista, privilegiando la
cooperazione ed il confronto continuo, in una visione policentrica che, a
maggior ragione nel tempo della globalizzazione, guardi al mondo non come un
territorio da adeguare alla sua cultura, al suo sistema politico ed economico,
ma come una grande occasione di relazioni economiche, commerciali, culturali,
ideali, e mantenendo salda la radice antifascista della stessa unità europea che
in qualche circostanza in questi ultimi anni è sembrata vacillare.
In sostanza l’Europa in politica estera e in politica di difesa e di sicurezza
ha bisogno di una rivoluzione copernicana.
L’accoglienza dei migranti dall’Afghanistan, con una particolare attenzione alle
donne ed alle loro famiglie, è un dovere civile e morale dei Paesi dell’Unione
Europea, in particolare di tutti i Paesi che hanno partecipato alla campagna
militare in Afghanistan. Occorre una regia ferma e rigorosa che distribuisca con
equilibrio e responsabilità il flusso dei migranti contrastando senza quartiere
bizantinismi, chiusure, provincialismi che già si stanno manifestando. Bene ha
fatto il coordinamento donne nazionale ANPI a lanciare un appello per il
sostegno e per l’accoglienza delle donne e più in generale di tutti i profughi
afghani: “Di fronte a questa nuova, devastante emergenza umanitaria, è
necessaria una mobilitazione urgente, anche di solidarietà materiale”.
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