Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
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Agosto 1944
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XXV Aprile - 2018
   L’assemblea annuale della sezione ANPI di Portogruaro, intitolata a Dino Moro tenuta il 22 aprile 2018, ha raccomandato al Presidente di sostenere gli studenti dei Licei: XXV Aprile di Portogruaro e Le Filandiere di San Vito al Tagliamento nella ricostituzione della Rete e di intervenire presso l’Amministrazione Comunale affinché le celebrazioni del 25 aprile, nella nostra città, fossero aperte dai giovani. Sono giovanissimi e la loro attenzione ci commuove e ci riempie di speranza. In calce, dopo averne ottenuto l’assenso, pubblichiamo il loro intervento.
Sono studentesse e studenti che hanno manifestato all’ANPI il desiderio di dare una loro testimonianza nel giorno della Festa della liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Studenti del Liceo Scientifico "XXV Aprile" di Portogruaro e del Liceo Scientifico "Le Filandiere" di San Vito al Tagliamento con il presidente dell'ANPI di Portogruaro

Intervento degli studenti

Ci presentiamo, siamo un gruppo di studenti delle superiori che vogliono dare la loro testimonianza in questo giorno fondamentale per la storia del nostro paese. È il giorno che è stato scelto come simbolo della lotta condotta dalle forze partigiane per liberare l'Italia dall'occupazione nazifascista.
Vorremo ricordare che il 25 aprile del 1945 è il giorno nel quale il comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia di cui, tra gli altri, faceva parte il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini, proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori italiani ancora occupati dai nazifascisti. Entro il primo maggio del 1945 tutta l'Italia settentrionale risultò liberata.
Il 25 aprile venne indicato come Festa della Liberazione dal Presidente del Consiglio Alcìde De Gasperi il 22 aprile del 1946, quando ancora l'Italia era una monarchia. Il 27 maggio del 1949 la legge 260 dello Stato Repubblicano istituzionalizzò il 25 aprile come Festa nazionale.
Un motivo in più per essere qui a rappresentare le nuove generazioni è quello di assumere l'impegno di promuovere una cultura antifascista, rigettare un atroce passato subito dall'Italia e di ricordare ciò che le donne e gli uomini del nostro paese fecero per condurre l'Italia alla Liberazione, al referendum del 2 giugno 1946 che sancì l'Italia come Stato Repubblicano e alla proclamazione della Costituzione il primo gennaio del 1948.
Come studenti ci attiveremo per contrastare la rinascita dei fascismi e per combattere tutte le mafie e tutte le discriminazioni. Cercheremo di promuovere la coscienza politica tra i giovani e di richiedere alle scuole di informarci maggiormente sul presente nel quale viviamo e sulla vita civile del nostro paese. 

Lettura da: Don Luisito Bianchi. La messa dell’uomo disarmato.
“Fu proprio in quel giorno che all'improvviso penetrò in me come un seme in buona terra il senso della libertà: un mondo nuovo, sconosciuto, ma che doveva essere splendido se ciascuno, come in quel giorno, avesse contribuito a costruirlo; la gioia di prendere nelle proprie mani di giovane (ragazzo?) il proprio destino che si pensava fosse in mani altrui (e la guerra ne era la prova più evidente).
Un sentimento nuovo mi prese e non mi lasciò più: nessuno mi dovrà togliere quel dono che, avevo capito, attendevo senza saperlo. E assieme, se non il nome, il sentimento di resistere a ogni evento che avesse tentato di portarmelo via. Il nome di tale sentimento, dopo l'8 settembre ’43 con l'occupazione tedesca e l'artefatta rinascita del fascismo, fu resistenza. Un piccolo David contro il corazzato Golia, in nome della libertà.
Sorsero così molti uomini e donne che potevano dire, ciascuno, contro la nuova violenza del potere che voleva eliminare di nuovo la libertà: “libertà vo cercando ch'è sì cara come sa chi per lei vita rifiuta”.  Alcuni di questi erano già resistenti prima del 26 luglio 1943; sapevano già che significasse libertà!
Tutta la storia successiva di quel termine col suo nuovo significato è la storia di quegli anni, che continua nella stessa direzione anche se in modi diversi, perché anche il potere, che tende sempre a eliminarla o a ridurla, ha assunto forme diverse, a volte talmente subdole e insinuanti che ben altre armi da quelle di allora richiedono a sua difesa.
Ma dichiararla possibile, contro ogni tentativo di cancellare quei giorni che infastidiscono ogni potere perché furono segnati dal gusto della libertà d'un popolo, è già un resistere, un fare memoria, ossia un far rivivere quei morti che dettero la loro vita a difesa della nostra libertà. Non è retorica da una cerimonia all'anno. È la mia realtà quotidiana. E il desiderio d'ogni momento, che la mia chiesa la innalzi come un'insegna, non solo a parole ma con gesti concreti alla vista di tutti i popoli, oppressi e oppressori.”


Un 25 aprile di speranza!
Il presidente ANPI Grazia Liverani   
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