L’A.N.P.I. di Portogruaro risponde con la seguente riflessione all’ennesima
prova di inciviltà e di ignoranza che ancora una volta ha tentato di sporcare le
memoria della Resistenza che, come è noto ai più, si oppose al nazifascismo,
responsabile di cinquanta milioni di morti solo in Europa, dei campi di
internamento e di sterminio disseminati ovunque.
Tra le vittime ci sono i 33 morti di Torlano i cui morti , uccisi ed arsi vivi nella
piccola frazione di Nimis il 25 agosto del 1944 sono stati ricordati nel
settantesimo della loro tragica fine.
Chi ha tentato di sporcare tutto questo, ha colpito di notte tempo, nascondendo
la propria identità, come si usa da questo tipo di persone, usando parole
scritte in un foglio anonimo affisso alle porte del cimitero dove si sarebbero
raccolte, come tutti gli anni, decine e decine di persone, i sindaci, le
autorità civili, i partigiani.Queste le testuali parole
”Vietato entrare ai cani partigiani per
ricordare il 25 agosto”
Una vicenda particolarmente dolorosa questa delle povere vittime di Torlano:
l’autore dell’eccidio Fritz, soprannominato “ il boia di Colonia “, già noto per
altre orribili stragi, infatti, non verrà mai processato e non subirà pena
alcuna perché Il suo nome , insieme a quello di numerosi altri carnefici, rimase
sepolto nel famoso “armadio della vergogna” fino al 1966 “ le ante
rivolte verso il muro per sfuggire alla conoscenza dei posteri, nel fascicolo
intitolato alla strage di Torlano.
Il Sostituto procuratore militare dott. Sergio Dini, sollecitato anche dall’ANPI di
Portogruaro , ha attivato una ricerca internazionale con il risultato di
scoprire il boia deceduto da una sola settimana, morto incensurato nel suo
letto.
Il processo contro i fascisti italiani, coinvolti nella strage di Torlano, inizia
invece da subito con quello di Udine nel luglio del 1946 e coinvolge anche i
responsabili delle stragi di Faedis, Attimis e Nimis in cui ha operato anche il
sopraddetto boia.
Lo stesso processo si ripete in altre sedi, ma finisce con l’assoluzione per tutti i
responsabili dell’eccidio di Torlano , nonostante le testimonianze degli stessi
sopravvissuti.
Così nessuno pagherà per le vittime e per l’eccidio, come se non fosse mai
avvenuto. Un altro rilievo doloroso va reso noto: si poté dare al ricordo delle
vittime una rilevanza anche politica e civile non soltanto cristiana e
religiosa, solo a partire dal 1958, grazie a una forte istanza del sindaco del
tempo, Pietro Fabretti, di cui ci rimangono le seguenti parole:
“Mi risulta- scrive--che anche quest’anno la commemorazione delle
vittime della barbara rappresaglia di Torlano rimane di fatto affidata alla
parrocchia, quasi non interessasse tutta la popolazione del nostro comune come
se il nostro secondo Risorgimento non avesse con quanto avvenne a Torlano alcun
rapporto…”
Erano quelli gli anni di una montante e diffusa criminalizzazione della
Resistenza soprattutto nelle zone a ridosso del confine orientale, operante per
decenni.
Le risposte politiche e sociali che sono state date l’altro ieri a Torlano dopo
settanta anni dall’eccidio da tutte le istituzioni del nostro tempo e in
particolare dai sindaci di Nimis e Portogruaro dimostrano, invece, che molta
strada è stata fatta da quei lontani tempi, ma le brutali parole scritte ieri
alle porte del cimitero dicono anche che c’è ancora molto cammino da percorrere.
ANPI Portogruaro
Portogruaro, 26agosto 2014 |
Il discorso del Sindaco di
Portogruaro
Antonio Bertoncello |