A conclusione del molteplice impegno profuso in questo periodo anche dall’Ampi
di Portogruaro in merito al giorno della memoria in più località del Veneto
orientale (Scuola media di Fossalta, Scuola media di Concordia, Comune di
Portogruaro Noventa di Piave, Scuole superiori ) costruendo comunicazioni in
grado di avvicinare cittadini e giovani alle questioni nodali del nostro
patrimonio costituzionale e democratico, è possibile tentare un bilancio, per
quanto sommario
Nel corso di questi anni, che ci hanno visti impegnati in decine
e decine di dibattiti nel nord- est, sembra essere ulteriormente aumentato
l’interesse storico e civile intorno a queste problematiche Rimangono ora
ulteriori traguardi da raggiungere.
Tra questi :
- Va aumentato ulteriormente lo
sforzo di proporre alle giovani generazioni una reale e sentita adesione ai
principi costituzionali e approfondita ulteriormente la conoscenza dell’impegno
antifascista profuso durante la resistenza, magari valorizzando la nostra mostra
che lo documenta, possibilmente in collaborazione con i Docenti scolastici
disponibili. In questa direzione ci stiamo impegnando.
- Rimane nello sfondo la
questione del “Confine orientale” che ha direttamente o indirettamente
condizionato la nostra storia e che ci siamo impegnati ad affrontare anche
nell’ambito della ricerca storica locale.
- In questo settore le memorie sono
ancora cariche di ideologia e spesso scarsamente affiancate da una reale
conoscenza dei fatti perché le vittime stentano a ricondurre il loro personale
vissuto alla complessità storica che l’ha generato.
- Lungo il confine orientale
maturano eventi legati ai contrapposti nazionalismi, alla guerra fredda alle
diverse identità dei popoli su cui si abbatte la violenza della guerra scatenata
dal nazifascismo. Già tra il 1933 e il 1935 sono circa 300 gli arrestati nel
Friuli e nell’Isontino, con centinaia di condannati dal Tribunale speciale
fascista.
I grandi processi in questi anni colpiscono antifascisti operanti in
numerose località . L’invasione della vicina Jugoslavia da parte dell’Asse
inizia già nel 1941. L’Italia fascista partecipa al banchetto nazista con
l’annessione di parte della Slovenia, della provincia di Lubiana e la capillare
fascistizzazione del territorio. Gonars , in provincia di Udine, diviene per
volontà fascista luogo di deportazione di donne, vecchi e bambini sloveni e
croati. Vengono sommariamente giustiziati 5000 civili e 900 partigiani e
centinaia e centinaia di sloveni muoiono di maltrattamenti e di fame.
- Le opere
che illustrano queste ed altre violenze sono ormai numerosissime e i vari
istituti storici regionali le documentano con rigore.
- Ricostruire le tragiche
vicende che avvengono a ridosso del Confine orientale, tuttavia, è operazione
delicata e difficile, non tanto per mancanza di documentazione in proposito, ma
per l’enorme carica emotiva che ancora , a distanza di tanti anni, divide gli
animi
- Sulla questione del confine si innestano nell’immediato dopoguerra altre
dolorose questioni che riguardano l’esodo degli Istriani, le vittime delle foibe
ed anche su queste tematiche è possibile ora disporre di ricerche numerosissime
, tra cui La Relazione della Commissione italo- slovena, ma non solo.
- E’ tempo
perciò di guardare al confine orientale dal punto di vista storico attraverso la
grande copia di ricerche storiche rigorose .
- E’ la conoscenza della storia,
infatti, che fa onore alla memoria e pone un argine civile, morale e politico ai
fanatismi ideologi che avvelenano gli animi e fatalmente non fanno che ripetersi
nel tempo, senza alcuna soluzione. (I.R.P.)
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