Ringrazio tutti coloro che oggi hanno voluto valorizzare la giornata della
memoria, ispirandosi anche al mio libro: innanzitutto il Comune di Portogruaro e
questi giovani che stasera vedremo impegnati in una libera interpretazione dello
stesso.
Il mio grazie non ha e non vuole avere nulla di personale.
Dietro a questo testo, dietro a questa rappresentazione ci sono luoghi e persone
che hanno segnato anche le strade di Portogruaro, di Cinto, di Gruaro di altri
piccoli nostri paesi su cui la persecuzione nazifascista e antiebraica ha
seminato cinicamente a piene mani.
Non solo, dunque i campi di internamento e di sterminio, non solo i sei milioni
di ebrei, le centinaia di migliaia di zingari, di oppositori politici, usciti
dal camino di Auschwitz, non solo i bambini di Terezin di cui si trova scritto
in innumerevoli libri,
ma anche
- i dolenti volti dei Mordo provenienti da Trieste che sono stati portati
via dalla locanda “La colomba” di Portogruaro, in cui si erano illusi di trovare
rifugio, traditi per 5 mila denari dalla spia Grini. per finire i loro giorni
nel fuoco di Auswitzh,
- i coniugi Gairinger, pure di Trieste rifugiatesi invano a
Gruaro, con la loro figlia,
- Ida Finzi, poetessa ebrea, di nome Haidée
rifugiatasi nella casa di riposo di Portogruaro,
- l’ebreo Zini
segretario comunale di Concordia, in fuga in seguito alle leggi razziali con la
sua famiglia e rifugiatosi in sud America, al pari di Max Oreffice agrario ebreo
operante a Prati nuovi,
- il senatore del regno il grande Elio Morpurgo
benefattore della perfosfati di Portogruaro sottratto vecchio e malato di cancro
più che ottantenne dall’ospedale e buttato giù morto dal convoglio che lo
portava al campo di sterminio,
- i Besso, illusi con un lasciapassare
inutile e i FalK e poi gli Ancona e i molti altri che ho ricordato nel mio libro
…
A queste persone, a queste vittime del Portogruarese, noi dedichiamo
quest’anno in particolare il doveroso contributo della memoria e della
pietà, perché tutto ciò non si ripeta, perché il sonno della ragione e della
memoria non generi ancora altri mostri.
Imelde Rosa Pellegrini
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